Abbiamo lubrificato la catena, Luca potrebbe essere più in forma ma d’altronde non è troppo facile esserlo se giri per gastronomie, ristoranti e macellerie tutti i giorni, e abbiamo pedalato fino a Mantova.

Un breve Pit Stop a Cremona perché volevamo salutare un paio di amici molto in gamba, che hanno un negozio in centro che si chiama Buon Palato e poi dopo un bel panino al San Giovanni siamo ripartiti.
Siamo andati a conoscere Massimo Danini, proprietario della macelleria Danini Carni, il macellaio più dinamico ed energico che potevamo incontrare.
Che in realtà seppur la sua attività principale, quella della macelleria e del servizio al banco rappresenta solo il risultato di ciò che Massimo ha costruito negli ultimi 10 anni, un vero e proprio ecosistema.
Massimo ci attendeva nella sua macelleria, a Commessaggio, un piccolo paese a pochi Chilometri da Mantova, e dopo aver fatto due tagliolini insieme a lui e due passi per il paese ci ha portato nel suo paradiso.

A pochissimi Chilometri dal suo negozio, Massimo Danini possiede un’azienda agricola dove è riuscito a creare il suo mondo, dove i cicli della natura prendono forma e dove tutto ha un significato e un flusso vitale.
Non ti sembra possibile che dietro tutto questo ci possa essere un solo uomo. Massimo è un trasformista di un ecosistema creato da lui, potresti trovarlo a raccogliere miele con indosso una tuta da apicoltore, nella sua stalla a far partorire un vitello o con una cesoia in mano mentre sta potando i suoi agrumeti.
Dove ci sono le api c’è vita, ecco cosa ci ha detto non appena entrati nella sua azienda, e aveva completamente ragione. Dalle mucche al pascolo agli agrumi internazionali, dalle erbe aromatiche ai conigli e gli allevamenti di lombrichi, Massimo non lascia nulla al caso e tutto questo lo fa con un’organizzazione ed una precisione quasi maniacale.
Si è fatta una certa e abbiamo acceso il fuoco e apparecchiato la tavola e tra una chiacchiera e l’altra scopriamo che Massimo non va in ferie da 15 anni, o meglio, sono 15 anni che non si sposta dalla sua azienda, perché in realtà è tutto quello che ama di più e ciò per cui vive quindi non ha ragione di allontanarsi.
Abbiamo mangiato la qualunque; involtini di pancetta Giovanna e taleggio, un crostone di Altamura con fonduta di raclette, prosciutto cotto San Giovanni e caviale in polvere e un controfiletto dei suoi manzi che era la fine del mondo. Insomma l’accoglienza è stata spaziale.
Concludiamo la nostra visita in mezzo agli animali ringraziando Massimo per averci fatto entrare nella sua quotidianità e per fargli indossare una nuova veste che è quella di “Capitelli per un giorno”. Tutto questo non s’improvvisa e non si fa per sopravvivere, si fa per vivere bene.
Capitelli per un giorno vuole comunicarci che è possibile realizzare i propri sogni e portarli avanti facendoli diventare un vero e proprio lavoro. La selezione dei protagonisti è stata fatta proprio per ringraziare quei clienti, che tutti i giorni, anche se da lontano, mettono in primo piano i nostri salumi. Noi volevamo conoscerli di persona, rompere le barriere dei social, passare una giornata con loro e così abbiamo fatto.